Il progetto del CGFS contro l’abbandono sportivo

Effettuate 2133 interviste per capire le difficoltà quotidiane vissute in questo periodo dai più giovani

Il CGFS selezionato dalla Commissione Europea come capofila del progetto contro l’abbandono sportivo

PRATO – LA NAZIONE MARTEDI’ 2 MARZO 2021 – STEFANO DE BIASE

Cosa accomuna la federazione bulgara di calcio, la società di basket catalana Club Granollers, il centro di ricerca di Sabac (vicino Belgrado) e il Cgfs? Sono tutti partner della sperimentazione europea contro l’abbandono in età giovanile dello sport, che vede il suo picco fra i 12 e i 15 anni.

Il Cgfs è stato selezionato dalla Commissione Europea come capofila del progetto perché da tempo cerca con azioni concrete sul campo di contrastare il fenomeno. E adesso si farà promotore di una iniziativa che ha l’obiettivo di trovare un modello internazionale capace di mantenere intatto il legame fra ragazzi e sport.

La prima fase della ricerca ha visto il coinvolgimento di trenta associazioni fra nuoto, basket e calcio e ben 2133 ragazzi intervistati. A Prato sono state coinvolte Azzurra, Futura, Notapinna, Coiano Santa Lucia, Prato Nord, Pietà 2004, Poggio a Caiano, Pallacanestro Femminile Prato, Lions e Dragons. Con i questionari si è cercato di comprendere le difficoltà quotidiane vissute dai ragazzi e come vengono affrontate.

Adesso, invece, è in corso la seconda fase, che ha l’obiettivo di aumentare la resilienza dei giovani di fronte agli stimoli negativi.

“Abbiamo dato indicazioni ad allenatori e genitori su come parlare con i ragazzi e come affrontare le problematiche legate allo sport” spiega Cristina Agostinelli, responsabile del progetto per il Cgfs. “Vogliamo spronare i giovani atleti al dialogo con istruttori e familiari. Li aiutiamo a comprendere le proprie emozioni, a fortificarsi e a migliorare la loro capacità di resistere alle difficoltà. E’ un patto fra atleta, genitore e allenatore che consente di non abbandonare lo sport e di crescere personalmente ed emotivamente”.

I risultati verranno sottoposti all’attenzione della Commissione Europea. “La pandemia potrebbe accentuare l’abbandono giovanile dello sport” conclude Agostinelli. “Per questo il lavoro in sinergia tra allenatori e famiglie può rappresentare un modo per sostenere i ragazzi e aiutarli ad andare avanti con la pratica dello sport che amano”.