PYSD è un progetto europeo sviluppato da CGFS, con 3 partner provenienti da (Italia, Bulgaria, Spagna), che sono attivi nel campo dello sport e dell’istruzione, un centro di ricerca scientifica (Serbia) e il Comune di Prato.
Il progetto è finanziato attraverso fondi Erasmus plus.
Il progetto ha preso le mosse nel febbraio 2019 e avrà la durata di 24 mesi.
L’obiettivo principale del progetto “Prevenire l’abbandono dello sport giovanile” (PYSD=PREVENTING YOUTH SPORT DROPOUTS) è incoraggiare l’inclusione sociale e le pari opportunità nello sport, combattendo i primi abbandoni delle attività sportive da parte degli adolescenti.
CGFS è capofila del progetto Europeo PYSD – Preventing Youth Sport Dropouts, che vuole analizzare e contrastare il dropout nello sport, un fenomeno le cui cause sono di varia natura (difficoltà a conciliare sport e studio, eccessiva pressione sulla performance dei giovani, influenza della famiglia, ecc.) ma che impatta negativamente sullo sviluppo fisico ed emotivo dei giovani.
I numeri del fenomeno sono impressionati: secondo un’indagine del Coni realizzata su dati Istat, nella fascia d’età 11-14 anni il 66% dei ragazzi praticano sport, contro il 48% delle ragazze, ma queste percentuali scendono rispettivamente al 56% e al 39% nella fascia 15-17 anni, per diminuire ancora al 46% e al 27% nella fascia 18-19 anni.
In pratica, il punto di massima pratica sportiva si registra tra gli 11 e i 14 anni. Subito dopo inizia l’abbandono: in particolare, tra gli adolescenti la pratica sportiva subisce un calo annuo di circa il 10% in meno.
Come attenuare il problema? Su questo tema sta lavorando PYSD che vuole favorire l’inclusione sociale e l’uguaglianza delle opportunità nello sport, combattendo le cause dell’abbandono dell’attività sportiva da parte dei giovani, attraverso la sensibilizzazione degli operatori e fornendo strumenti di intervento alle associazioni sportive europee.
PYSD si rivolge alle associazioni sportive, agli allenatori, alle scuole e alle famiglie perché è indubbio che l’abbandono sportivo è spesso il risultato degli atteggiamenti del “mondo adulto”, con i suoi ritmi e le sue esasperazioni, che spesso alimentano un disagio e un malessere che è speculare agli aspetti di benessere e inclusione che lo sport contribuisce a raggiungere.
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